La ritenuta d’acconto è un metodo di pagamento che viene utilizzato da coloro che svolgono prestazioni occasionali, ma che non sono in possesso di Partita Iva.
Vediamo insieme nel dettaglio che cosa significa lavorare con la ritenuta d’acconto, qual’è il tetto e quali sono le percentuali che vengono applicate.
COME FUNZIONA?
Nel momento in cui un lavoratore viene chiamato per svolgere una prestazione occasionale, deve emettere al mandatario una ricevuta, sulla quale viene riportato il compenso da cui poi scalare la percentuale di ritenuta d’acconto.
LA RITENUTA D’ACCONTO Dovrà riportare i seguenti dati:
- dati del collaboratore (con codice fiscale);
- dati del committente (con codice fiscale e partita Iva);
- data e numero della ricevuta;
- descrizione della prestazione effettuata;
- importo lordo della prestazione;
- % ritenuta d’acconto;
- netto da pagare (lordo – ritenuta);
- firma del collaboratore
- informazioni di pagamento
Cliccando qui sotto potete scaricare il Fac-simile di come potrebbe essere una Ritenuta d’acconto
QUALI SONO LE ALIQUOTE DELLA RITENUTA D’ACCONTO?
aliquota del 20%
E’ l’aliquota utilizzata più spesso dai lavoratori e va applicata su questi tipi di redditi:
- prestazioni di lavoro autonomo anche occasionale;
- corrispettivo per assunzione di obblighi di fare, non fare e permettere;
- compensi ad associati in partecipazione che prestano solo lavoro;
- partecipazione agli utili di soci fondatori o promotori.
aliquota del 30%
Questa aliquota è più rara rispetto alla precedente e viene applicata, invece, su questi redditi:
- compensi di qualsiasi tipo per prestazioni di lavoro autonomo anche occasionali corrisposti a persone non residenti;
- compensi per cessione di opere d’ingegno, brevetti, marchi, ecc. corrisposti a persone non residenti.
Una volta consegnata la ricevuta, il committente o mandatario, deve provvedere a pagare l’importo netto al collaboratore e di conseguenza a versare l’importo della ritenuta d’acconto allo Stato per conto del lavoratore entro il giorno 16 del mese successivo tramite modello F24.
DICHIARAZIONE DEI REDDITI: CERTIFICAZIONE
Al momento della dichiarazione dei redditi, il “collaboratore” dovrà presentare la certificazione ( CUD ) dei compensi ricevuti e delle ritenute applicate durante l’anno, che deve essere fornita dal committente entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui ha prestato l’opera.
Quindi, per esempio, per i compensi ricevuti in ritenuta d’acconto durante il 2019, la certificazione deve essere consegnata dal committente entro il 31 marzo 2020.
Il documento deve riportare le seguente voci:
- la somma complessiva dei compensi pagati;
- la somma delle ritenute e delle detrazioni d’imposta effettuate, dei contributi previdenziali e di quelli assistenziali.
Al momento della dichiarazione dei redditi, e conseguentemente ai compensi e alle deduzioni o detrazioni a cui il contribuente ha diritto, lo Stato:
- restituirà una parte o tutto l’acconto versato se l’Irpef non fosse dovuta;
- chiederà un conguaglio se le imposte dovute eccedono il 20% già versato.